Viaggio in Nepal
con i tester
di Fay Archive

Lavoratori veri che hanno testato le giacche del marchio nei luoghi più remoti e suggestivi del Paese asiatico. Tra vette maestose, lunghe strade sterrate e animali da proteggere

diIlenia Carlesimo

D ove con gli 8.848 metri dell'Everest c'è il punto più alto della Terra. Dove la natura ha un ruolo da protagonista tra vette maestose, valli verdeggianti e fiumi impetuosi. Dove templi e pagode, stupa e monasteri incantano nonostante le cicatrici del terremoto del 2015. Dove la spiritualità, che permea ogni cosa, si respira ovunque. È il Nepal la nuova tappa di Testers, il viaggio con cui Fay Archive batte le zone più remote del mondo alla ricerca di lavoratori autentici, avventurosi, a cui far testare sul campo le sue emblematiche giacche 4 Ganci.

Fay Archive

In Nepal, il team di Fay Archive ha superato i 4300 metri di quota sul monte Kyanjin Ri Peak

Dopo aver esplorato luoghi come le rive del Don in Russia, l'Islanda e il Cile, e dopo le ultime avventure in Alaska tra cercatori d’oro, orsi polari ed enormi buoi muschiati, per la collezione primavera/estate lo storyteller Michele Lupi, il fotografo James Mollison e il video maker Alex Healey sono atterrati a Pokhara, seconda città del Nepal per abitanti. E da lì, da quello che è il punto di partenza per la maggior parte delle spedizioni sull’Annapurna e le altre vette himalayane, è iniziato il loro viaggio. Quindici giorni durante i quali hanno ascoltato storie, scoperto tradizioni, incrociato sguardi e conosciuto da vicino un uomo che si occupa della protezione e della riabilitazione di avvoltoi, un bus-driver che ogni giorno percorre una delle strade più pericolose del mondo, un pastore che vive in un luogo tanto remoto da non avere neanche un nome, due sherpa e una studiosa che si dedica a una rara specie di panda.

Uomini e donne che hanno scelto di vivere a stretto contatto con la natura e che sono orgogliosi dei loro mestieri. Lavoratori veri - non modelli o testimonial - che per Fay Archive hanno testato le giacche 4 Ganci durante le loro normali attività quotidiane. “Ciò che traspare dalle immagini e dai racconti è l’approccio sincero e per nulla artefatto che abbiamo con i tester” spiega Michele Lupi, anima dell'iniziativa e responsabile dei progetti speciali del Gruppo Tod’s. “Non chiediamo semplicemente di realizzare foto e video ma diventiamo parte della loro quotidianità senza mai alterarne il senso: li osserviamo mentre lavorano e mettono alla prova i capi di Fay Archive, ascoltiamo le loro storie, entriamo nelle loro case e conosciamo le loro famiglie. Costruiamo rapporti veri”.

Un viaggio nelle zone più remote e suggestive del mondo, quello che fa Fay Archive con questo progetto, che è anche un omaggio alle origini del marchio: a quando negli anni Ottanta i fratelli Diego e Andrea Della Valle fondarono Fay rilevando un'azienda del Massachusetts specializzata in abbigliamento tecnico per i pompieri americani. Con un'intuizione vincente prestarono il workwear all’uso quotidiano e, rivedendole in chiave urbana, trasformarono le giacche dei celebri firefighters in un capo cult come il 4 Ganci. Lo stesso che ora, rinsaldando il legame con quel lavoro vero da cui proviene, gira il mondo con Testers.

Per chi come loro vive così lontano dai luoghi in cui viviamo, ad affascinare è la credibilità del marchio, la sua storia di workwear pensato per un corpo da sempre rispettato come quello dei firefighters americani

Fay Archive

I nostri tester rappresentano lo spirito e la peculiarità di quel luogo: gente che lavora in diversi modi con la natura e l’ambiente

Dev Tamang
bus driver

diIlenia Carlesimo

O gni giorno va a lavorare con la consapevolezza di correre un rischio; esce di casa sapendo che sarà difficile e faticoso. Eppure svolge la sua professione senza lamentarsi mai. Anzi, con orgoglio e determinazione. “Lo faccio per il futuro dei miei figli: per garantire loro una buona istruzione”, dice. Dev Tamang, nato e cresciuto in Nepal, è un bus driver che con il suo pesante e vecchio mezzo, datato almeno qualche decennio fa, percorre ogni giorno quella che è stata definita una delle tre strade più pericolose al mondo. È lui il primo tester che il team di Fay Archive incontra una volta atterrato in Nepal, dove si è recato per una nuova tappa del progetto con con cui gira il mondo alla ricerca di lavoratori e avventurieri a cui far testare sul campo le giacche 4 Ganci. E Dev Tamang, in effetti, di lavoro vero e avventura ne sa parecchio.

Con il suo autobus percorre una strada sterrata lunga centinaia di chilometri - stretta, impervia e molto accidentata - che collega la città di Beni a quella di Jomson: è un percorso pieno di pericoli, tra rischio di caduta massi da un lato e paurosi strapiombi dall'altro, con le ruote che viaggiano a pochissima distanza dal ciglio. “Ma io non guardo mai giù, mi concentro sulla strada da percorrere anche se ormai la conosco benissimo”, ha spiegato l'uomo con una punta di soddisfazione: “ne conosco ogni curva, ogni buca e ogni dosso”. Per non parlare delle tantissime pietre taglienti che smottano continuamente e che spesso provocano dei danni agli pneumatici.

Il podcast

Michele Lupi, James Mollison e Alex Healey incontrano Dev Tamang, l'autista che ogni giorno percorre la Beni-Jomsom Highway, una delle strade più pericolose del mondo. Lunga 106 km, questa strada arriva a un'altitudine di 3700 metri sul livello del mare: Dev Tamang, la percorre ogni giorno con il suo autobus, affrontando i precipizi, le buche e i pericoli che incontra lungo il percorso e rendendo un servizio sociale importantissimo per la popolazione, che riesce così a muoversi lungo il Nepal.

“È un viaggio durante il quale vedi luoghi strepitosi dal punto di vista ambientale ma che mette a dura a prova i nervi e sembra infinito”, ha raccontato Michele Lupi, storyteller e anima del progetto Testers, che su quel bus traballante è salito insieme al fotografo James Mollison e al video maker Alex Healey. “A causa delle condizioni difficili della strada, il bus viaggia alla velocità di circa cinque chilometri orari e per raggiungere Jomson da Beni si impiegano circa dieci ore”, ha continuato Lupi. “E altrettante poi ne servono per tornare indietro, di notte”.

Fay Archive

La strada è pericolosa perché è stretta e ci sono colline ripide su entrambi i lati. Io non guardo mai giù: mi concentro sul tragitto che devo percorrere

È una vita faticosa? Sì, senza dubbio. È una vita che Dev Tamang cambierebbe? No, anche in questo caso senza dubbio. “Perché se c'è un sentimento comune a molti nepalesi è proprio un forte senso di appartenenza alla loro terra”, conclude Lupi. In Nepal, quasi nessuno sogna di andare via dal Nepal.