Alzate gli occhi, in una notte serena, verso quello spicchio di cielo tra le costellazioni del Cigno e della Lira. Sembra vuoto e invece è ‘affollato’. Trovarlo è facile, basta cercare Deneb e Vega alte e luminose. Lì è dove il telescopio Kepler ha trovato tanti “cugini della Terra”, pianeti rocciosi, più o meno simili al nostro. Molti di essi (più di 20) si trovano nella fascia abitabile, la “Goldilocks zone” (la fascia Riccioli d’oro, né troppo calda né troppo fredda): dunque non troppo vicini né troppo lontani dalla loro stella madre.
Quello tra il Cigno e la Lira è l’angolo di volta celeste tenuto d’occhio per anni dal telescopio spaziale della Nasa. Kepler è il più prolifico cacciatore di esopianeti: ne ha individuati finora 2.335 al di fuori del Sistema solare. Oltre 4.000 sono invece quelli ancora da confermare, tra questi anche dieci nuovi mondi forse di taglia giusta per somigliare al nostro. Ma altri telescopi, anche terrestri, scrutano la luce o i movimenti delle stelle per scoprire se transita un pianeta oppure se si spostano, in risposta a una qualche azione gravitazionale.

Finora, in totale, i pianeti individuati e confermati sono 3500. Ma ce ne sono miliardi là fuori, e miliardi sono forse quelli che hanno caratteristiche simili alla Terra. E se sono alla “giusta distanza” dalla propria stella può significare acqua liquida sulla superficie e, forse, la presenza di vita.
La mappa dei “cugini della Terra”. Ma dove sono? Orbitano tutti delle stelle che fanno parte della nostra galassia, la Via Lattea. La distanza dalla Terra varia da pochi anni luce nel caso di Proxima Centauri o Trappist-1, fino a qualche migliaio, per i più lontani. In questa mappa navigabile a 360 gradi, abbiamo posizionato i mondi distanti che più somigliano alla Terra in tutto il cielo di entrambi gli emisferi.
La maggior parte gira attorno a stelle che non riusciamo a scorgere a occhio nudo, perché troppo deboli o lontane. Nell’universo la maggioranza delle stelle sono infatti nane rosse, come Proxima Centauri. Più piccole e fredde del nostro Sole. E non è escluso che se dovesse esserci vita, al di fuori di casa nostra, sia una di queste la fonte di energia che la alimenta.
Questa mappa è fatta perché, alzando lo sguardo di notte, possiate indicare un punto preciso e dire: “Ecco, lì ci sono pianeti simili al nostro. E magari la vita, al di fuori di qua”.