Di solito, otto volte l'anno, organizzo un pranzo e invito persone con cui non ho mai parlato, come Neil deGrasse Tyson (un astrofisico, n.d.r.). Gli ho chiesto di venire da me per spiegarmi il cosmo e, quando lui e sua moglie sono venuti a cena, hanno indicato i miei buffi poggia-coltello chiedendo cosa fossero. Questi oggetti sono dei veri detona-conversazione". Così racconta Whoopi Goldberg al New York Times, intervistata in occasione dell'uscita del suo libro The Unqualified Hostess: I do it my way so you can too! (Rizzoli USA, 128 pp., 35 $). Per l'artista, che ha l'abitudine di andare a caccia di pezzi unici e set antichi da tavola fra aste d'arte e mercatini dell'antiquariato, invitare le persone a casa è infatti il modo migliore di aprirsi e riconnettersi agli altri esseri umani. E le piacerebbero di sicuro le proposte di Funky Table. «Come cambia la cucina, cambiamo anche noi, e il nostro modo di allestire ciò che serviamo. Negli ultimi anni ci siamo aperti a tradizioni gastronomiche lontanissime, e questa "contaminazione" noi vogliamo declinarla anche per la tavola» spiega Mariangela Negroni, fondatrice del negozio Funky Table (via Santa Marta 19, Milano, www.funkytable. it) con la sorella Titti e table stylist delle proposte che vedete in queste pagine e in copertina (tutti gli scatti sono del fotografo Guido Barbagelata).

«Il nostro linguaggio decorativo esalta una tavola "scomposta", con un mix di oggetti che arrivano dalle eredità di famiglia, dai viaggi, senza regole. È importante che quello che è ancora il luogo di incontro per le famiglie, per i pranzi di lavoro e con gli amici diventi un momento di gioia, di condivisione del cibo con allegria», continua Mariangela. Ma come ottenere un effetto armonico? «Non amo il bon ton e non ho regole nello styling della tavola. Il nuovo modo di mangiare, contaminato da nuove culture, ha influenzato anche il decoro delle tavole e le vecchie norme non valgono più: per esempio, il piatto fondo è molto meno importante, adesso è spesso sostituito da ciotole. È meglio provare a creare insieme una tavola inclusiva che accolga tradizioni che arrivano da lontano, senza dimenticare il genius loci, che può essere raccontato partendo da tradizioni locali trasformate in oggetti più contemporanei ». Un esempio è quello della tavola in copertina dell'Album, che rappresenta per Funky Table il nuovo classico: la tovaglia con disegni Toile de Jouy richiama la classica tovaglia della nonna, mescolata però a oggetti irriverenti e contemporanei, come i piatti di latta, con disegni che evocano i servizi della famiglia reale inglese, e gli specchi usati come sottopiatti e i preziosi pezzi artigianali di produzione toscana.
«Un altro modo di interpretare il classico? "Rimasterizzare" l'uso che avevano le famiglie nobili di incidere le iniziali sulle posate, utilizzando però un lettering contemporaneo o scrivendo piccoli messaggi. Oppure personalizziamo, con un ricamo industriale e minimal, i tovaglioli di lino della tradizione palermitana» continua Mariangela, che da Funky Table, aperto nel 2015, ha oggi una squadra di quattro ragazze. «Funky Table nasce dalle esperienze nello styling. Ero sempre a caccia di pezzi particolari, difficili da trovare in Italia. Così abbiamo creato questo spazio dove fuggire dal servizio classico, tutto uguale, e allargare l'orizzonte, scegliendo tra oggetti venuti dal Messico o dall'Africa, dorati o ricamati, da mixare facilmente con quello che si ha già a casa».

«Il successo è stato immediato, a pochi mesi dall'apertura eravamo a Parigi con un corner a Le Bon Marché, e poi è arrivata la collaborazione con Bitossi Home, "la tavola scomposta", una collezione pensata e disegnata da noi, col nostro stile. E i riconoscimenti sono arrivati anche da 10 Corso Como New York e da Liberty London» racconta Mariangela, che trova ispirazione anche nelle tavolate nei film del regista Ferzan Özpetek e che si fa affascinare, «anche se non mi corrisponde » puntualizza, dalla rigorosità stilistica di Downton Abbey. Un ultimo consiglio? «Esprimete il vostro gusto liberamente e non fatevi remore a usare il servizio buono e l'argenteria. Vale la pena di viverli. E poi non è detto che un piatto sbeccato sia inutilizzabile, nell'ottica della condivisione», parola di table stylist.