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Il piacere di indossare la gonna: sentirsi femminili senza l'effetto "bella bambolina"

Uno straordinario esercizio di creatività e amore per le donne, quello degli stilisti che hanno rilanciato il capo-icona adattandolo alla contemporaneità. Così le collezioni offrono gonne strette e fascianti, con lo spacco provocante, finta bon ton con le frange. E poi, ricche ma con spirito femminista, da portare abbinate a una giacca ampia di taglio maschile. Per ogni mood e occasione
di Laura Asnaghi

Donne con le gonne. Il bello di essere indipendenti e determinate con uno dei capi più seduttivi e femminili per eccellenza: ovvero la gonna in tutte le sue espressioni estetiche. Da quella stretta e fasciante a quella con lo spacco provocante, da quella che si apre a corolla a quella finta bon ton con frange che lasciano intravvedere la gamba a ogni passo.

Con le gonne le donne giocano a essere femmine, senza per forza scadere nel genere “bella bambolina”. Le gonne tornano ad essere capi che si indossano con piacere seguendo gesti e rituali che si imparano dalle madri: come mettersi davanti allo specchio, infilarsi la gonna, sistemarla sui fianchi e chiudere la zip con mano sicura. E la gonna, ampia o stretta che sia, focalizza l’attenzione sulle gambe e sul come accavallarle quando ci si siede.

Il mondo della moda ha riscoperto la passione per questo capo. Basta guardare le vetrine per rendersi conto che le gonne spopolano. Da quelle ricche e costose ma con spirito femminista di Maria Grazia Chiuri per Dior a quelle super glamour con grandi frange di seta di Prada, indossate però con severe e ampie giacche maschili. Azzeccare il mood giusto per esibirle non è sempre facile. Alessandro Dell’Acqua per il decimo anniversario del suo marchio, N°21, ha disegnato 12 modelli di pencil skirts, gonne a tubo, tutti pezzi unici, creati utilizzando i tessuti rimasti in stock dalle passate collezioni.

Bene, ma come si portano? Per evitare l’effetto sdolcinato, suggerisce di indossarle “con camicie da uomo e un reggiseno abbinato che si intravvede. Un mix tra rigore nelle forme e attitudine femminile” che si rafforza con l’uso di scarpe piatte o con modelli stringati dotati di robuste suole carrarmato.

Le gonne

Pantaloni

Dite addio ai modelli skinny, i pantaloni di questo autunno-inverno sono morbidi e avvolgenti. A volte anche esagerati, ma sempre portabili sia di giorno che di sera, per situazioni informali.

La lingerie

Reggiseni e body non si nascondono più. Come insegnano gli stilisti, diventano capi preziosi da esibire con fierezza per ribadire il diritto alla femminilità. Abbinato a una giacca o a un pantalone prezioso, svelato sotto una camicia da uomo lasciata aperta, l’intimo esce dalla sfera privato e fa capolino dai nostri look. Per un’eleganza condita con un pizzico di malizia.

Ritorno alla femminilità: ora i vestiti fanno di nuovo sognare

MissoniPhilosophy di Lorenzo Serafini - Emporio Armani
Colore, fantasie floreali o geometriche, drappeggi sensuali, ruches, orli a sbuffo: c'è voglia (e bisogno) di allegria, così gli stilisti abbandonano il minimalismo per la sensualità. Ma per costruire un guardaroba ideale due sono le regole: scegliere i capi seguendo il proprio stile e non le tendenze, e non dimenticare l'eterno chic del "little black dress"
di Laura Asnaghi

"Vestiti usciamo". Anche in tempi di Covid le occasioni social o le serate con cene importanti non mancano. E allora scatta la caccia all'abito adatto all'occasione. "Ma che cosa mi metto?".

Per evitare di farsi prendere dall'ansia e dalla paura di non sapere cosa scegliere in mezzo a tante proposte, vale la pena di tenere presente un prezioso suggerimento di Giorgio Armani. Che dice: "Seguite il vostro stile e non le tendenze. Solo così si sceglie l'abito giusto, quello che ti fa sentire bene". Quindi la regola fondamentale è: rispettare la propria personalità.

E poi via libera alla scelta dell'abito con piccole maratone online o lungo le strade dello shopping. In questa fase post quarantena gli stilisti hanno dato massimo spazio alla femminilità, al colore, alle fantasie floreali o geometriche, ai tessuti, con abiti tutt'altro che minimalisti. Perché l'obiettivo delle grandi griffe, dopo le privazioni dei mesi passati, è quello di far sognare le donne.

Di qui gli abiti con spacchi strategici, drappeggi sensuali, colori brillanti, sete fruscianti. E proporzioni insolite. Non solo quelle che segnano le curve femminili, ma taglie over, maniche a sbuffo, orli che arrivano alla caviglia e, all'opposto, mini abiti con ruches dai volumi importanti. Un invito a osare, a uscire dalla logica del little black dress che, comunque, resta la base di un guardaroba che si rispetti, ma che va arricchito giocando su tendenze e rispetto del proprio stile. "Prima di uscire di casa una donna deve sempre guardarsi allo specchio. Verificare che la scelta fatta sia quella giusta. Altrimenti non resta che cambiarsi". A fare questa considerazione è ancora Giorgio Armani, che da sempre si batte per una moda bella e che rispetti le donne. Una moda che svela il corpo femminile, valorizzandolo senza mai scadere nella volgarità.

I vestiti

Vetrina

Alla roulette della moda si vince puntando sul rosso

Valentino
Il semiologo francese Michel Pastoureau lo ha definito “il colore per eccellenza, il primo fra tutti, quello archetipico”. Il rosso è da sempre la tinta che indica ricchezza, festa, lusso, passione, bellezza, e mai come quest’anno gli stilisti lo hanno celebrato nelle loro collezioni. Nelle sue mille sfumature ognuno potrà trovare quella adatta al proprio stile e alla propria personalità
di Sofia Gnoli

Difficile trovare un colore più carismatico. Con il suo forte potere simbolico il rosso non ha rivali. Eccetto il nero. Rei Kawakubo, enigmatica designer giapponese fondatrice di Comme des Garçons, lo ha definito: “il nuovo nero”. Dopo essersi fatta promotrice di quel nero post-atomico tanto caro all’immaginario anni Ottanta, sul finire di quel decennio Kawakubo ha eletto il rosso a suo colore feticcio. La sua collezione per la stagione alle porte, con silhouette evidenziate da imbottiture distorte e inedite sinfonie di rossi, non fa eccezione.

“Parlare di colore rosso è quasi un pleonasmo” osserva lo storico e semiologo francese Michel Pastoureau autore del volume Rosso. Storia di un colore (Ponte alle Grazie, 240 pagg, 32 euro). “Il rosso” spiega Pastoureau “è il colore per eccellenza, il colore archetipico, il primo di tutti i colori. In molte lingue una stessa parola indica rosso e colorato. In altre rosso e bello oppure rosso e ricco sono sinonimi”. Sangue, melograno, rubino, lampone, fragola, porpora, nelle sue molte tonalità, a seconda di epoche e culture, il rosso è passato a indicare atmosfere ambivalenti e opposte. Da un lato, continua Pastoureau, c’è: “il rosso del potere e dell’aristocrazia (...), poi c’è l’altro rosso, rivoluzionario e proletario”. C’è il rosso dei talons rouge, i tacchi rossi che sfoggiavano gli aristocratici dell’epoca di Luigi XIV e quello delle Brigate Rosse. E poi, ancora, il rosso simbolo di festa, di lusso, del teatro, dell’opera, della corrida e, naturalmente, della passione.

Del fatto che fosse tutta una questione di sfumature era profondamente convinta anche anche Diana Vreeland quando diceva: “Il colore dipende tutto dalla tonalità”. La storica direttrice dell’edizione americana di Vogue, che nutriva per il rosso un amore smodato, aveva i suoi precisi toni di riferimento. “Detesto il rosso che contenga anche solo una punta di arancio, sebbene, strano a dirsi, detesti anche l’arancione senza una punta di rosso. Il rosso migliore si ottiene copiando il colore del berretto di un bambino in qualunque ritratto rinascimentale”.

Quest’autunno, nelle sue molteplici declinazioni il rosso sarà uno dei colori più in voga. Lo si è già visto su molti red carpet dell’ultimo Festival di Venezia. Lì, oltre a Francesca Valtorta (in Erika Cavallini), Arizona Muse (in Alberta Ferretti) e Vanessa Incontrada (in Dolce&Gabbana), a optare per un abito di questo colore c’è stata Vanessa Kirby, la principessa Margaret di The Crown: in occasione della presentazione di Pieces of a Woman, film di Kornél Mundruczó, sfoggiava un abito rosso di Valentino.

Non per niente il Pantone Color Institute (azienda americana nota per lo studio e la catalogazione del colore) ha inserito ben tre sfumature di rosso nella palette dell’anno: dal voluttuoso Samba al più frizzante Mandarine Red, fino all’intenso Burnt Henna. Al di là di ogni preferenza, in passerella le sfumature ci sono tutte, da quelle lacca di MiuMiu a quelle più profonde e preziose come il rubino, che domina sulle mise di Yves Saint Laurent, fino al rosso immaginato da Pier Paolo Piccioli per Valentino. A ognuno il suo, dunque perché, come sosteneva il pittore tedesco Josef Albers, se dici “rosso” in una stanza con cinquanta persone, ognuno immaginerà un colore diverso.

Il rosso

Maglioni over

Lunghi, lunghissimi, con maniche infinite e forme avvolgenti. I maglioni oversize sono perfetti per tenerci al caldo senza rinunciare allo stile. Si indossano preferibilmente sopra vestiti impalpabili o micro gonne. O addirittura da soli, come vestiti

Il vestito perfetto esiste: è il tailleur

Bottega Veneta - Miu Miu - Chanel
Soluzione ideale come abito da lavoro e anello di congiunzione tra la mezza stagione e il look invernale, può essere severo o sexy (con la giacca portata “a pelle”). Le tendenze di stagione? Due estremi: oversize con spalle imbottite anni Ottanta o con linea “a matita”. In ogni caso, attenzione alle dimensioni della gonna o dei pantaloni
di Serena Tibaldi

Alleato prezioso, il tailleur. Non solo è la soluzione perfetta quando ci si deve vestire "da lavoro", pratica assai complicata, ma per sua natura è il raccordo ideale tra i look di mezza stagione e quelli invernali.

Certo, tutto dipende dalla vestibilità per cui si opta. A una giacca più aderente, per esempio, si possono abbinare solo una camicia leggera o una T-shirt; allo stesso tempo, però, la si può mettere facilmente sotto cappotti e giacconi quando le temperature calano, prolungandone così l’utilizzo. Per contro, un modello più ampio non si presta granché a essere portato sotto i capispalla invernali, però allo stesso tempo ha spazio in abbondanza per infilarci sotto pullover di lana e stratificazioni varie. Quindi pesi e misure sono relative: a fare la differenza più che l'uso che se ne intende fare è la silhouette che si vuole adottare.

Di base, nelle ultime stagioni a dominare sono gli estremi, cioè l'oversize e la linea “a matita”. Nel primo caso, le giacche paiono di almeno sei taglie in più della norma, magari con l'aggiunta delle spalle imbottite (omaggio all’attuale revival anni Ottanta) e abbottonature a doppiopetto; per bilanciare le proporzioni c'è chi le abbina a gonne e pantaloni sottili e asciutti: una scelta saggia, se non si vuole esagerare. Al lato opposto si trovano invece quei modelli che sembrano cuciti addosso, in cui le giacche vanno indossate a pelle, abbinate a pantaloni oversize (come si diceva in precedenza, per riequilibrare le linee), o con gonne altrettanto avvitate per un effetto da star della Hollywood degli anni d'oro.

E qui si apre l'annosa questione: gonna o pantaloni? I pantaloni sono sicuramente l'opzione più semplice, quella più versatile e pratica. Le gonne obbligano a calibrarne la lunghezza (mini, midi sotto il ginocchio o longuette a metà polpaccio; da dimenticare quelle appena sopra il ginocchio), e a stare più attenti al tipo di scarpe con cui li si indossa, onde evitare di rendere tozza la figura. Bisogna dunque pensare bene di volta in volta a come portarli. L'effetto finale però, una volta trovata la formula giusta, sarà molto sofisticato: diremmo che ne vale la pena.

I tailleur

Maglioni mini

Piccoli cardigan e golfini aggiustati rendono chic anche la ‘solita’ divisa da ufficio. Si indossano con pantaloni morbidi o gonne midi, e si possono stringere in vita con l’immancabile cintura, vero accessorio faro dell’inverno

Sfumature d’autunno

Dal nude al castagna, dal beige al marrone cioccolato, tutti i colori autunnali tornano in primo piano anche abbinati tra loro. Abiti, maglie, capispalla, creano una sinfonia raffinata.

Progetto editoriale Simona Movilia, coordinamento editoriale Fabrizio Filosa, Anna Lupini e Donatella Genta, testi Serena Tibaldi, Donatella Genta, Silvia Luperini, Laura Asnaghi, Ilaria Ciuti, Sofia Gnoli, ha collaborato Marika Gennari,
grafica e sviluppo Angel Patricio Susanna, supervisione Annalisa D'Aprile